* Sibita 10 anni
* VI Carnevale veneziano
*
I giorni della fotografia
* Storie di
viaggi in Russia
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Io,
Napoletano
stregato
dalla
Siberia
Storia di Ferdinando
e del
suo
centro
di
cultura
italiano
tra le
nevi .
("Il
Mattino"di
Napoli
-Giovedi
19
Luglio
2001)
GIANFRANCESCO
RAIANO
Per
oltre
mezzo
secolo
il solo
nominarla
faceva
correre
un
brivido
gelido
lungo la
schiena.
Il
regime
dell'ex
Unione
Sovietica
sapeva
che
anche il
piu'
accanito
oppositore
temeva i
lunghi
inverni
siberiani
e
l'esilio
nell'immenso
territorio
ai
confini
con la
Cina era
la
condanna
piu'
temuta.
Eppure,
proprio
la
Siberia
e' stata
la
regione
che ha
meglio
superato
la
difficile
crisi
del post
comunismo.
Le
aziende
produttrici
di
alluminio,
le piu
grandi
della
Russia,
funzionano
ancora a
pieno
regime,
come
quelle
per la
trasformazione
del
legname.
Le
immense
foreste
di
lerici e
betulle,
che
accompagnano
per
migliaia
di
chilometri
il corso
della
ferrovia
transiberiana,
rappresentano
una
risorsa
economica
pressoche'
inesauribile.
Nella
regione
di
Krasnoyarsk,
un
territorio
grande
sette
volte
l'Italia
e
abitato
da poco
piu' di
otto
milioni
di
persone,
la crisi
economica
del 1998
che mise
in
ginocchio
la
Russia e
avviso
il
declino
politico
di Boris
Eltsin,
e'
addirittura
divenuta
un'occasione
di
rilancio
produttivo
e
turistico.
Qui
vivono i
veri
russi:
declama
una
brochure
pubblicitaria.
Qui
vivono i
veri
russi
e... un
napoletano.
Diavoli
di
napoletani
che ti
ritrovi
dappertutto:
nelle
isole
Vergini
e negli
atolli
sperduti
della
Polinesia.
Ma qui,
dove
l'inverno
dura
nove
mesi e
il
termometro
scende
spesso a
meno
quaranta
gradi,
ci
vivrebbe
a fatica
un
altoatesino,
figurarsi
un
napoletano
abituato
al caldo
mediterraneo.
E invece
Ferdinando
Bustelli
a
Krasnoyarsk
ci e'
giunto,
ha messo
su casa
con una
bella
moglie
siberiana
e ci si
ritrova
bene. In
citta'
vivono
un
milione
di
persone,
ma un
italiano
fa
notizia,
soprattutto
se come
Ferdinando
istituisce
un'associazione
Italo-siberiana
e avvia
dei
corsi di
lingua
italiana,
con
qualche
puntata
anche
nel
dialetto
napoletano.
I
siberiani
sono
persone
splendide,
come la
loro
terra:
hanno un
senso
della
collettivita
che non
ha
eguali.
Qui
l'inverno
e'
bellissimo
con le
piazze
animate
da
enormi
statue
di
ghiaccio
e alberi
di
Natale
altissimi
intorno
ai quali
ci si
raduna
la sera
per il
solo
gusto di
stare
insieme.
E poi i
siberiani
sono
colti,
vanno
spessissimo
a teatro
e amano
da
impazzire
la
cultura
italiana.
Basti
pensare
che in
occasione
del
centenario
della
morte di
Giuseppe
Verdi
hanno
organizzato
una
settimana
di
celebrazioni":
gli
occhi di
Ferdinando
brillano
mentre
racconta
quella
terra
che
sente
ogni
giorno
sempre
piu'
sua. E,
grazie a
lui,
anche un
po
napoletana:
lo
scorso
inverno
per
quattro
serate
il
cineclub
dell'associazione
ha
proiettato
film di
Toto'.
Toto'
nella
citta'
che non
esiste.
Gia',
percio'
fino a
pochi
anni fa
Krasnoyarsk
non
appariva
neanche
sulle
mappe
geografiche
e la
ferrovia
vi
faceva
scalo
solo per
operazioni
militari.
Una
citta'
resa
fantasma
per il
resto
del
mondo a
causa
dei
grandi
arsenali
missilistici
che vi
si
trovavano.
Un
fantasma
che ora
sta
imparando
a
parlare
napoletano.
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